Lo dico subito si piange, certo si ride anche, ma nella maggior parte delle volte ci si ritrova o con gli occhi lucidi o con un nodo alla gola o con vere e proprie cascate di lascrime, roba che non accadeva dai tempi in cui un gruppo di profughi si muoveva al rallenty sulle note di There's no place like home.
La storia è molto semplice: Cathy è un insegnante 40enne, ha un figlio adolescente, un marito bamboccione, un fratello ecologista homeless ed ha il cancro.
E grazie ar c.... che si piange, questa può schiattare da un momento all'altro, che ti viene da ridere a vede' na cosa del genere?
Sì ok c'è una persona che forse, non è detto, sta per morire, ma non è che sia una roba tipo Scelta d'amore o che so La stanza di Marvin dove si vedono ospedali, flebo, gente che vomita etc etc e allora ti viene da piangere solo a vedere tutta 'sta sofferenza. Non si vede niente di tutto ciò, viene mostrata la vita di una persona che affronta un cambiamento, la sua presa di coscienza, i suoi pensieri, il suo porsi nei confronti degli altri in un modo del tutto nuovo. E succede addirittura che di una malattia si possa anche ridere.
Il personaggio di Cathy conquista piano piano perché in fondo è una persona come tante, di tutti i personaggi sfornati dalla Showtime è quello più normale, non vende marijuana, non si impasticca, non ha personalità multiple, non ammazza criminali, scatta quindi la simpatia e l'immedesimazione, Cathy potrebbe essere una della tua famiglia.
Molto del successo di questo telefilm, la critica è letteralmente impazzita, è dovuto alla bravura di Laura Linney, straordinaria, talmente brava che a volte ci si dimentica che sta recitando, merita un premio, subito, il Golden Globe, un emmy retroattivo, l'Oscar, il telegatto qualsiasi cosa ma deve vincere.
Ci sono poi tanti altri attori comprimari di altrettanta bravura un Oliver Platt in grado di essere un marito odiosissimo nei primi episodi, Phyllis Sommerville che interpreta l'anziana vicina burbera e che dà il suo prezioso contributo alla pulizia dei dotti lacrimali. Compare anche Cynthia Nixon in qualità di amica del college di Cathy e senza che nemmeno ve ne accorgiate vi ritroverete a brindare gridando "What the hell!!" (Che poi io ho un problema con Cynthia Nixon, non posso fare a meno di guardarle le gengive, è una cosa proprio strana).
Sono solo 13 episodi da 25 minuti, ci sono un sacco di parolacce, un sacco di battute divertenti, monologhi strappalacrime e tante belle canzoni come sottofondo, ho letto in una recenzione che se un telefilm ha nella colonna sonora Sam Cooke allora è un telefilm degno di essere visto. Insomma guardatavill!
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lunedì 22 novembre 2010
giovedì 17 giugno 2010
Tempo di recuperi: Damages
Immagini in rewind, din, vapore dei tombini newyorkesi, din, una bandiera americana, din, la porta di un hotel, din, zoom, din, porta di un ascensore, din, zoom, din, zoom, din, la porta si apre e...
Così inizia Damages uno dei telefilm più acclamati degli ultimi anni e che, mea culpa, ho visto in tremendo ritardo.
Finita di vedere la prima stagione il primo pensiero è stato "ed io ho perso il mio tempo guardando quella zozzima di Flashforward! (Il mio obiettivo è quello di parlare sempre, ovunque e comunque male di Flashforward).
Damages è un legal thriller, ci sono avvocati ma ci sono anche intrighi, omicidi, doppi-giochi, tripli-giochi, misteri e chi più ne ha ne metta.
Questo telefilm riesce a far rimanere lo spettatore incollato alla schermo grazie all'uso geniale dei flashback e dei flashforward, inizia mostrando il presente, una ragazza nei guai ma non viene svelato il perché, tutto è molto vago, confuso, allora si salta a 6 mesi prima per conoscere la storia di Ellen Parsons e perché è rinchiusa in un carcere. E si procede così avanti e indietro, il presente che dà solo alcuni indizi su ciò che è successo e il passato che cerca di mettere ordine.
Protagonista assoluta è Glenn Close che interpreta l'avvocato Patty Hewes o meglio lo squalo Patty Hewes, il diavolo Patty Hewes, perchè Patty Hewes è il male, quel male che dice "cara puoi sempre contare su di me" ma poi ficca un paio di coltelli nella schiena. Non sapremo mai cosa passa nella testa di Patty e non sapremo mai fino a che punto può spingersi.
Nelle rete di Patty Hewes cade la giovane avvocatessa Ellen Parsons, che proprio a causa del "diavolo" si ritrova coinvolta in qualcosa di molto più grande di lei.
Punto di forza del telefilm sono gli attori, tutti bravi, Glenn Close primeggia, 2 emmys e un Golden Globe ne sono la prova. Regia e sceneggiatura superbe, alla fine di ogni episodio c'è sempre una svolta inattesa, a volte depistattrice che spinge lo spettatore a voler vedere subito l'episodio successivo, infatti era dai tempi d'oro di Lost che non vedevo 4-5 episodi di una serie di seguito.
Punti deboli invece sono l'ampio spazio dedicato a monotone conversazione nei parchi con l'improbabile accompagnamento di cani, Ted Danson che se non mangia, beve e se non beve è perennemente al cellulare, l'uso smoderato della parola bullshit e di liquori, (ma che fegato avranno gli ammerigani?)
E poi ha una bellissima sigla e chi inizia bene...
Così inizia Damages uno dei telefilm più acclamati degli ultimi anni e che, mea culpa, ho visto in tremendo ritardo.
Finita di vedere la prima stagione il primo pensiero è stato "ed io ho perso il mio tempo guardando quella zozzima di Flashforward! (Il mio obiettivo è quello di parlare sempre, ovunque e comunque male di Flashforward).
Damages è un legal thriller, ci sono avvocati ma ci sono anche intrighi, omicidi, doppi-giochi, tripli-giochi, misteri e chi più ne ha ne metta.
Questo telefilm riesce a far rimanere lo spettatore incollato alla schermo grazie all'uso geniale dei flashback e dei flashforward, inizia mostrando il presente, una ragazza nei guai ma non viene svelato il perché, tutto è molto vago, confuso, allora si salta a 6 mesi prima per conoscere la storia di Ellen Parsons e perché è rinchiusa in un carcere. E si procede così avanti e indietro, il presente che dà solo alcuni indizi su ciò che è successo e il passato che cerca di mettere ordine.
Protagonista assoluta è Glenn Close che interpreta l'avvocato Patty Hewes o meglio lo squalo Patty Hewes, il diavolo Patty Hewes, perchè Patty Hewes è il male, quel male che dice "cara puoi sempre contare su di me" ma poi ficca un paio di coltelli nella schiena. Non sapremo mai cosa passa nella testa di Patty e non sapremo mai fino a che punto può spingersi.
Nelle rete di Patty Hewes cade la giovane avvocatessa Ellen Parsons, che proprio a causa del "diavolo" si ritrova coinvolta in qualcosa di molto più grande di lei.
Punto di forza del telefilm sono gli attori, tutti bravi, Glenn Close primeggia, 2 emmys e un Golden Globe ne sono la prova. Regia e sceneggiatura superbe, alla fine di ogni episodio c'è sempre una svolta inattesa, a volte depistattrice che spinge lo spettatore a voler vedere subito l'episodio successivo, infatti era dai tempi d'oro di Lost che non vedevo 4-5 episodi di una serie di seguito.
Punti deboli invece sono l'ampio spazio dedicato a monotone conversazione nei parchi con l'improbabile accompagnamento di cani, Ted Danson che se non mangia, beve e se non beve è perennemente al cellulare, l'uso smoderato della parola bullshit e di liquori, (ma che fegato avranno gli ammerigani?)
E poi ha una bellissima sigla e chi inizia bene...
giovedì 29 gennaio 2009
30 Rock
Sono proprio curiosa di vedere il doppiaggio e l'adattamento italiano di 30 Rock. Il pluripremiato e acclamato telefilm andrà in onda stasera sul nuovo canale tutto al femminile (brrr definizione da brividi) di Sky, Lei.
Curiosa perché 30 Rock è un telefilm molto americano, i dialoghi e le gag si basano su giochi di parole difficili da tradurre in italiano, inoltre ci sono molti riferimenti a personaggi cult in America ma che in Italia non conosce nessuno. Prendo ad esempio un episodio in cui viene presa in giro Barbara Walters, una delle "signore" della tv USA, se la conosci ridi, ma se non sai chi è, lo sketch non ha nessun senso.
Altra nota dolente sarà il doppiaggio che spesso tende ad appiattire i personaggi annullando le varie sfumature che ci sono tra di loro. Come si fa a doppiare Tracy Jordan senza cadere nella macchietta?
E' comunque un telefilm assolutamente da vedere, possibilmente in lingua originale, ma da vedere.
----------------
Listening to: Stevie Ray Vaughan - Riviera Paradise
Curiosa perché 30 Rock è un telefilm molto americano, i dialoghi e le gag si basano su giochi di parole difficili da tradurre in italiano, inoltre ci sono molti riferimenti a personaggi cult in America ma che in Italia non conosce nessuno. Prendo ad esempio un episodio in cui viene presa in giro Barbara Walters, una delle "signore" della tv USA, se la conosci ridi, ma se non sai chi è, lo sketch non ha nessun senso.
Altra nota dolente sarà il doppiaggio che spesso tende ad appiattire i personaggi annullando le varie sfumature che ci sono tra di loro. Come si fa a doppiare Tracy Jordan senza cadere nella macchietta?
E' comunque un telefilm assolutamente da vedere, possibilmente in lingua originale, ma da vedere.
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Listening to: Stevie Ray Vaughan - Riviera Paradise
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