La macchina organizzativa si è messa in moto.
Data fissata. Chiesa e Ristorante prenotati.
La casa c'è. Bisogna metterla a posto.
Mi sposo.
Naaaaaa. A chi voglio fregare.
Non sono io quella che inizia questo percorso al massacro.
E' il "piccolo" della casa che ha deciso, contro il parere di tutti, ma ha deciso.
Contro chi "ma perché non aspetti, perché tanta fretta, sei giovane". Contro chi "lei non fa per te, quando te ne renderai conto sarà troppo tardi". Contro chi "tu non hai la più pallida idea di quanto sia difficile il matrimonio".
Si prevedono anni piuttosto turbolenti. Anni, perché qui al Sud la preparazione di un matrimonio è quasi come la fase di qualificazione dei mondiali di calcio, inzia due anni prima.
Per non parlare poi del dispendio, spesso inutile, di denaro. E conoscendo la sposa, c'è da preoccuparsi.
Perché a pagare sono i genitori, fifty-fifty, tranne alcune voci che le sacrosante regole di oneri e doveri del matrimonio vogliono tassativamente spettanti al masculo o alla femmina, a questa per esempio spetta il corredo che avrà minuziosamente iniziato ad accumulare sin dalla tenera età di 3 anni.
Confesso che appena sono entrata nell'età della ragione ho bloccato mia madre dal proseguire questa insana tradizione. Ho limitato i danni, ma avrei una batteria di pentole completa. Interessa?
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