giovedì 27 agosto 2009

Siediti

Le buone notizie non iniziano mai con questa parola.

«Siediti» mi disse la dottoressa, «i risultati delle analisi non sono buoni, devi farne altri per accertare che non sia quella cosa brutta brutta». E in quella settimana la mia famiglia mi vedeva già orizzontale in una tomba.

«Siediti» mi disse la relatrice della tesi, «l'argomento scelto non va bene, non porta da nessuna parte, bisogna fare tutto daccapo». E trascorsi l'estate tra fotocopie, traduzioni e l'ultimo esame da preparare.

«Siediti» mi ha detto lui, senza guardarmi negli occhi, «non ti posso rinnovare il contratto. C'è la crisi, gli affari non vanno bene». La crisi un par de balle, la verità è un'altra.

E' che non si può dir di no alla conoscente, alla raccomandata di turno.

Fa un po' male sapere che dopo quasi tre anni, in cui mi è stato fatto credere, anzi mi è stato proprio detto, che prima o poi sarebbe arrivato il fatidico "a tempo indeterminato", si viene messi da parte, per far posto ad una collega che non ha ancora capito che se non metti il cartoncino sotto il foglio copiativo, quello che scrivi si ripete all'infinito sulle pagine sottostanti.

Meritocrazia, questa sconosciuta.

«Mi dispiace» mi ha detto. A me no, perché chi ci perde in questa faccenda non sono certo io.