domenica 31 luglio 2011

Perché odiare The Killing

Perché piove, sempre, ininterrottamente, di giorno, di notte, tutti i tipi di pioggia, "da quella fina fina che ti punge, a quella grossa grossa che ti ammacca; la pioggia che scorre giù di lato e a volte anche la pioggia che viene dritta dritta da sotto" (vediamo se capite la citazione).

Perché a Seattle sembra che non conoscano l'esistenza dell'ombrello, se ne vanno contenti sotto la pioggia come se niente fosse. E la velocità con cui si asciugano i capelli poi, devono usare qualche shampoo idrorepellente.

Perché ti viene voglia di gridare: e accattatill nu 'mbrell!!

Perché dopo 13 episodi di pioggia inizi a sentire i reumatismi alle ossa e la fronte scotta un po'.

Perché una donna adulta e sana di mente non indosserebbe mai di sua spontanea volontà maglioni di finta lana merinos con fantasie risalenti alla secondà metà degli anni '80.

Perché all'ennesima inquadratura di Mitch speri che Rosie Larsen sia stata uccisa da un serial killer di famiglie e che torni a completare l'opera.

Perché per 40 minuti non succede mai nulla, ma negli ultimi 2 ti piazzano un cliffhanger micidiale che ti costringe a vedere l'episodio successivo. Episodio successivo in cui non succede di nuovo nulla per 40 minuti.

Perché quelli di CSI avrebbero risolto il caso in 20 minuti, la Signora in Giallo in 40 e pure Johnny Bassotto avrebbe scoperto l'assassino in meno di 13 episodi.

Perché ad ogni episodio ti fanno credere di aver trovato il colpevole e tu ci caschi pensando "lo sapevo, l'avevo capito subito!" E invece non avevi capito proprio un cazzo.

Perché quando Linden scruta il vuoto con espressione pensierosa più che la figlia di Eastwood sembra una che sta trattenendo una scorreggia.

Perché dopo tutte i pali e le piste sbagliate io la detective Linden non la metterei nemmeno a dirigere il traffico.

Perché secondo me è stato il rosso, ma dobbiamo aspettare la seconda stagione per scoprire che non è stato nemmeno lui.

Perché ad un certo punto spunta un cimitero indiano.

mercoledì 27 luglio 2011

Meanwhile...

Ho perso più di 2 chili. Lo stress. Non credo di aver perso qualche centimetro.

Mi è spuntata una ciocca di capelli bianchi, proprio nel ciuffo. Non è stress. È l'età.

Sono entrata nei magnifici anni trenta. Non è stato poi così traumatico, a parte l'apertura dei regali: grazie per l'ennesino paio di orecchini che non indosserò. Tu sì che mi conosci da 30 anni, mamma.

Ho un braccio abbronzato e uno no, maledetto sole ad ovest, avevo pensato di percorrere la strada in retromarcia per riequilibrare i colori ma sembra un opzione alquanto difficile da praticare.

Sono in ferie, non dovrei pensare al lavoro e invece controllo la posta ogni giorno, visto che l'ho lasciata in mano a gente che mi ha chiesto "ma quindi per controllare l'email devo digitare su quella G e poi? " o peggio "stai controllando l'email su quest'altro pc, ma si può fare? Sei proprio un genio!!"

Sono circondata da persone schifosamente felici.

Forse mi verrà un ulcera allo stomaco.

Ho raggiunto il record di feed reader da leggere.

È morta Amy Winehouse, ma perché non lo era già? Ah gli zombie tecnicamente sono ancora vivi.

Per il resto sempre le solite cose, tipo leggi contro l'omofobia non approvate.

Niente di nuovo sotto questo cielo, alquanto nuvoloso peraltro.