martedì 22 giugno 2010

The real, ma proprio real eh, L world.

Premetto. L'ho visto a puro scopo informativo, un po' come guardare un documentario sulla foca monaca di SuperQuark e credo che tra i due programmi sia la foca a dare più soddisfazione.

Mi è sorta una domanda durante la visione: perché?
E anche alla fine mi è sorta una domanda: perché?

Dopo dieci minuti di tatuaggi a go-go, gente figa in posti fighi e timidi sfioramenti di mani mi aspettavo l'entrata in scena di Maria De Filippi "e allova vagazza tutta tatuata, quale di queste sgualdvinelle scegli pev la pvossima estevna?" Perché è uomini e donne giusto? O meglio quei bei servizi esterni di uomini e donne. Il punto trash più alto del pomeriggio televisivo. Uso come parametro di giudizio la tv italiana ma in America ci campano da anni con programmi del genere.

Quindi c'è questa ragazza, il Costantino di Sunset Boulevard, che compie stragi di cuori, gente che piange, chi si strappa i capelli, chi si butta sotto un autobus, ok ho esagerato ma ciò rende l'idea.

Poi c'è la coppia, una è uscita direttamente da "La morte ti fa bella", impressionante, avrà minimo 50 anni, ben tirati direi, l'altra invece è la vittima sacrificale, perché è da lei che ricava il sangue per poter sopravvivere. Tutte e due belle, ricche, fashion e false come una moneta da 5 euro. Durante la scena in cui cercano vestiti de marca con i loro sfavillanti Mac ho avuto l'istinto di sbattere violentemente la loro testa ripetutamente sulla tastiera.

Ci sono poi: una tizia che lavora nel mondo della moda che urla e dice parolacce per far vedere che è una tosta; una sorta di biancaneve con 3 nani al seguito, non suoi ma di una che vuole vendere la sua mercanzia al miglior offerente. E poi c'è lei, la tamarra di turno, una dei quartieri, chewin-gum, minigonna, trucco bello pesante, tono di voce abbondantemente sopra la media. La tamarra fa baldoria fino alle 2 del mattino poi torna dalla fidanzata, n'altra bella baldracca, che l'accoglie a braccia aperte. Ma due calci a gamba tesa ai fianchi, che fanno veramente male, no?

Che brutta immagine, che tristezza. A chi e a cosa serve tutto ciò, alle carampane orfane di The L word? Alla Chaiken che deve pur campare in qualche modo? Sì però Ilé per quanto tempo vuò spremmere 'stu limon! (trad: per quanto tempo vuoi spremere il limone).

giovedì 17 giugno 2010

Tempo di recuperi: Damages

Immagini in rewind, din, vapore dei tombini newyorkesi, din, una bandiera americana, din, la porta di un hotel, din, zoom, din, porta di un ascensore, din, zoom, din, zoom, din, la porta si apre e...

Così inizia Damages uno dei telefilm più acclamati degli ultimi anni e che, mea culpa, ho visto in tremendo ritardo.
Finita di vedere la prima stagione il primo pensiero è stato "ed io ho perso il mio tempo guardando quella zozzima di Flashforward! (Il mio obiettivo è quello di parlare sempre, ovunque e comunque male di Flashforward).
Damages è un legal thriller, ci sono avvocati ma ci sono anche intrighi, omicidi, doppi-giochi, tripli-giochi, misteri e chi più ne ha ne metta.
Questo telefilm riesce a far rimanere lo spettatore incollato alla schermo grazie all'uso geniale dei flashback e dei flashforward, inizia mostrando il presente, una ragazza nei guai ma non viene svelato il perché, tutto è molto vago, confuso, allora si salta a 6 mesi prima per conoscere la storia di Ellen Parsons e perché è rinchiusa in un carcere. E si procede così avanti e indietro, il presente che dà solo alcuni indizi su ciò che è successo e il passato che cerca di mettere ordine.
Protagonista assoluta è Glenn Close che interpreta l'avvocato Patty Hewes o meglio lo squalo Patty Hewes, il diavolo Patty Hewes, perchè Patty Hewes è il male, quel male che dice "cara puoi sempre contare su di me" ma poi ficca un paio di coltelli nella schiena. Non sapremo mai cosa passa nella testa di Patty e non sapremo mai fino a che punto può spingersi.
Nelle rete di Patty Hewes cade la giovane avvocatessa Ellen Parsons, che proprio a causa del "diavolo" si ritrova coinvolta in qualcosa di molto più grande di lei.
Punto di forza del telefilm sono gli attori, tutti bravi, Glenn Close primeggia, 2 emmys e un Golden Globe ne sono la prova. Regia e sceneggiatura superbe, alla fine di ogni episodio c'è sempre una svolta inattesa, a volte depistattrice che spinge lo spettatore a voler vedere subito l'episodio successivo, infatti era dai tempi d'oro di Lost che non vedevo 4-5 episodi di una serie di seguito.
Punti deboli invece sono l'ampio spazio dedicato a monotone conversazione nei parchi con l'improbabile accompagnamento di cani, Ted Danson che se non mangia, beve e se non beve è perennemente al cellulare, l'uso smoderato della parola bullshit e di liquori, (ma che fegato avranno gli ammerigani?)

E poi ha una bellissima sigla e chi inizia bene...