lunedì 27 settembre 2010

Crescere

A 4 anni mi ustionai entrambe le mani con acqua bollente (non fu colpa mia) e non versai una lacrima. Niente.

A quasi 30 ho frignato in intera notte per una banalissima infezione all'alluce. Testimoni giurano di aver visto lacrime. Io negherò in eterno.

Devono essere gli ormoni.

mercoledì 22 settembre 2010

The Event - Pilot

Fossi nei panni degli sceneggiatori e produttori di The Event toccherei ferro, corni e parti care del corpo. Essere etichettati come eredi di Lost non porta per niente bene. Qualche vittima della maledizione: FlashForward, Jericho, Heroes (4 stagioni, sì, ma orrende) e qualcun altro che sicuramente dimentico.

Il pilot è abbastanza confusionario, quanto basta per dire "però figo!".

Se non avete visto l'episodio non continuate a leggere, se leggete e poi vi lamentate "ma hai spoilerato tutto" siete proprio dei baccalà!

Sean e Leila sono due fidanzati in crociera ai Caraibi, improvvisamente Leila scompare dalla faccia della terra, puff, evaporizzata, (non è che facciano vedere, puff, e lei che scompare, da qualche parte deve pur essere). Sean prova a cercarla ma gli ufficiali di bordo non hanno nessuna traccia della presenza dei due sulla nave. Nessuna prenotazione, nessuna cabina, niente di niente, per loro non esistono, come sei salito qua sopra, eh teppistello? Inizia la fuga e dopo poco troviamo Sean su un aereo, con una pistola in pugno che vuole entrare in cabina di pilotaggio. È uscito pazzo Sean?
Oltre a Sean c'è il presidente degli Stati Uniti alle prese con dei detenuti in Alaska tenuti segreti dalla CIA, detenuti guidati da Sophia Maguire che sembra sappia qualcosa che possa cambiare le sorti dell'intera umanità ma che poi, temo, si rivelerà essere nel corso delle puntate un'emerita stronzata (è scientificamente provato dalla storia delle trame dei telefilm).
Il presidente, Sean e Sophia vengono tutti collegati quando l'aereo su cui viaggia Sean punta dritto dritto verso il luogo in cui il Presidente sta per fare un'importante conferenza stampa, aereo guidato nientepopodimenoche dal padre di Leila! Beautiful!!!
Ma succede che l'aereo, come Leila, fa puff e scompare nel nulla davanti agli occhi increduli dei presenti. E così la leader dei detenuti, Sophia, se ne esce con "oh oh, mi sa che devo dirvi qualcosina, ma ve lo dico piano piano in 23 episodi, se non ci segano prima".

Io ora ho messo in ordine la storia perché in realtà è tutta scombinata, inizia con Sean sull'aereo, poi in crociera, poi i carcerati liberi, poi di nuovo sull'aereo, poi i carcerati in carcere, poi a casa, io un po' mi sono persa nei continui 3 mesi prima, 2 settimane prima, 1 giorno prima, riuscire a ordinare la storia dal punto di vista temporale nella testa è stato abbastanza faticoso. Speriamo che l'abuso dei flashback venga notevolmente ridotto nelle prossime puntate che una cosa così è ingestibile.

Gli attori: mi sembrano tutti degni di essere definiti tali, bene Sean interpretato da Jason Ritter, figlio di John, un po' insipido ma può starci. Finalmente Laura Innes, il ritorno, la mitica dottoressa Weaver di ER, nei panni della misteriosa Sophie. Curiosità, la moglie del presidente degli Stati Uniti è interpretata da Lisa Vidal che in ER era la compagna pompiera della Weaver. Intrecci telefilmici.
C'è poi Scott Petterson, il burbero Luke di Una mamma per amica che interpreta il padre-kamikaze di Leila, Željko Ivanek capo della CIA, un grande, mi mette i brividi solo a guardarlo, (se la prima stagione di Damages è la migliore è anche per merito suo) e infine Blair Underwood che interpreta il presidente, di origini cubane, sì è proprio un telefilm sci-fi.

Nel complesso un pilot sufficiente, vedremo in seguito come si svilupperà. Però, basta chiamare in causa sempre Lost.

martedì 21 settembre 2010

sabato 11 settembre 2010

Songs with city names in the title

Quando uno non ha un cazzo da fare.

In realtà quando non riesco a dormire invece di contare le percore faccio liste, questa è una delle tante e mi piaceva così tanto che ho voluto farne una mappa.

Canzoni che nel titolo hanno il nome di una città, ho preso in considerazione solo le città, non le nazioni, i continenti o i quartieri. Forse in seguito.

Solo canzoni che piacciono a me, quindi solo canzoni belle, proprio non me la sono sentita di inserire Firenze Santa Maria Novella di Pupo o London bridge di Fergie. No.

La mappa è in work in progress e non è completa, mi mancano completamente l'Africa e l'Oceania. Difficile che riesca a trovare qualcosa. Si accettano suggerimenti.

New York la fa da padrona, Parigi e Berlino si difendono bene. Delusione Londra.

In ogni segnaposto c'è il link a YouTube, quindi i brani si possono anche ascoltare.

Ed ecco la mappa!


Visualizza Songs with city names in the title in una mappa di dimensioni maggiori

giovedì 2 settembre 2010

So 90's

Tumblr mi ha ispirato. Leggendo il post di una Una voce a caso sulle sue 100 canzoni degli ani '90 sono partiti random nella mia testa i ricordi di quegli anni, legati in un modo o nell'altro alla musica. Leggevo la lista, ricordavo e sorridevo da sola.

Le audiocassette, tante, da 60, 90 minuti, vergini, per poter creare le compilation con i brani preferiti. Scartavo il cellophane, giravo con il ditino la rotellina del nastro fino a posizionarlo nel punto giusto per iniziare la registrazione e aspettavo che per radio passasse la canzone che mi piaceva. E così avevo tutte cassette con canzone monche, che iniziavano con 10 secondi di ritardo e finivano con "e ben tornat" "abbiamo ascolt".

Il primo Hi-Fi, con l'equalizzatore a 3 bande, doppio vano cassette, e il lettore Cd. Non avevamo ancora Cd in casa così andammo a pescare nella sterminata discografia di mio zio che spaziava da Carmelo Zappulla a Nino D'Angelo. Fu così che le prime note emesse dalle nostre nuove casse furono quelle di "Nu jeans e na maglietta".

Le prime Boy-band, i Take That, la domanda d'obbligo: "quali dei Take That ti piace?" Io non li sapevo distinguere e non è che mi interessassero molto, ma era obbligatorio avere il preferito e siccome i più belli se li erano già scelti a me toccò il cicciobombo.

I compiti a casa delle amiche, all'improvviso nel bel mezzo dello svolgimento di un equazione partiva "What is love baby don't hurt me, don't hurt me, no more" tutte si alzavano e ballavano al centro della stanza. Erano i momenti in cui avrei preferito morire, io tronco nacqui e i tronchi non ballano, al massimo ciondolano.

La prima volta che ho fatto ascoltare un brano che mi piaceva molto ad una amica, era "Worlds outside" di Chris Botti. Lei mi guardò con aria schifata e fermò il nastro. "Ora ascoltiamo quello che dico io" disse. Ci rimasi di merda. Anni dopo mi sono vendicata rivelando ai suoi amici che darkettona-alternativa era stata una grande fan dei Take That. Quando lo seppe mi minacciò di morte. Sì, era pazza.

La sera d'estate in cui ho ascoltato una canzone che mi ipnotizzò per 5 minuti e 08 secondi. Solo qualche tempo dopo scoprii che quel brano era Unfinished Symphathy e che quelli erano i Massive Attack.

L'anno in cui in casa arrivò mio cognato, molto più grande di me e con un bagaglio musicale tutto nuovo, divenne una sorta di fratello maggiore, mi fece conoscere Springsteen, i Dire Straits, i Pink Floyd, gli U2, i Simple Minds, i Litfiba e gli Spyro Gyra (chi?). Se per caso a metà degli anni '90 avete incrociato una Uno bianca con musica jazz fusion a tutto volume sappiate che eravamo noi.

Il giorno in cui ho comprato una rivista musicale "seria", tornai a casa tutta contenta, mia madre chiese "hai preso un bel voto?" "No", risposi "ho trovato un giornale che mi piace". Roteò gli occhi "Ti accontenti di così poco", disse e tornò a lavare le scale. Era Musica rock & altro, il supplemento di Repubblica, era una bella giornata di sole ed era il 14 maggio 1998.

Quando al mio compleanno un amico mi regalò l'intera discografia dei Nirvana, il giorno dopo mi chiese se mi fosse piaciuta io gli dissi di sì, ma mentii, non avevo ascoltato nulla perché c'avevo sonno e mi addormentai.  Non l'avessi mai fatto, iniziò tutto un discorso filosofico sui Nirvana che affrontai annuendo e ripetendo "sì certo, l'alienazione, la rabbia, come no, mmmm, concordo". Non mi sono mai sentita così scema.

E poi di nuovo le boy-band, le Spice, i Backstreet e no grazie, passo.