domenica 3 maggio 2009

Polly

Ho sempre avuto un debole per Pj Harvey, un debole che va al di là della sua musica. Come cantante può piacere o meno, dipende dai gusti musicali, ma come non si fa ad amare lei come persona? Istrionica, controcorrente, fuori dagli schemi, quasi schizzofrenica.

L'ho conosciuta artisticamente quando si conciava come una drag-queen, era eccessiva, provocatoria, certamente non bella, ma affascinante, con una carica erotica unica.
Erano gli anni in cui le Spice Girls la facevano da padrona ed io non seguivo la folla ma una che sembrava una folle, che urlava "Lick my legs I'm on fire" (questo live è del 2001).



Nel 2000 Pj muta, via trucco e parrucco, non è più esagerata, diventa la diva sexy, minigonna e chitarra, l'aspetto ne guadagna decisamente, la musica anche, "Stories from the city stories from the sea" è l'album che avuto più successo, e anche il mio preferito. Segue "Uh Huh Her" sulla stessa falsariga, Polly è felice e si sente.





Ma la Harvey ha un animo inquieto e non può diventare uno stereotipo rock, cambia ancora, complice la fine di una felice relazione si incupisce, ne viene fuori un disco "White Chalk" più intimo, pieno di ballate pianistiche. Lei si concia come una delle sorelle Bronte, il sexappel ne risente, parecchio anche. E noi siamo tutti più tristi.






Ora è uscito un nuovo album "A Woman a Man Walked by"e Pj Harvey sembra essersi avviata verso la Pattismittizzazione, va bene che veleggia verso i 40 ma non può trascurarsi così, che so, uno shampo sarebbe cosa gradita. Ma d'altronde è Pj Harvey e può permettersi anche questo. L'album lo sto ascoltando, il singolo prende ascolto dopo ascolto, almeno è tornata al rock. Ah sì lui è John Parish, l'album è anche a suo nome.




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Listening to: Pj Harvey & John Parish - Black Hearted Love

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